Sono usciti nell’ultimo mese tre video musicali realizzati da registi genovesi:
Il nido, primo singolo estratto da Nuove esperienze sul vuoto, secondo capitolo solista di Lele Battista, girato da Lorenzo Vignolo, autore di numerosi videoclip.
Mukawama (Resistenza), primo video del disco Basta (in uscita nel 2011) degli Zero Plastica, gruppo hip-hop genovese, realizzato da Ancioe Produzioni, ovvero Teresa Rocco e Valeria Cavagnetto.
Maledetta, primo singolo tratto dall’album I Love You Fortissimo dei genovesi Numero6, diretto da Stefano Bozzetta, già regista di diversi videoclip dei Meganoidi.
Luci calde, dettagli e primi piani sia per Il nido che per Maledetta.
Nel video girato da Lorenzo Vignolo sono protagonisti soprattutto gli oggetti, scelti con cura dall’artista genovese Serena Zanardi, qui in veste di scenografa, che rendono “nido” un angolo metropolitano e poco accogliente di Genova: il marciapiede sottostante la sopraelevata, ricostruendo la descrizione fatta nel testo della canzone: il nido tra ponte tra ponte e ascensore a doppio isolamento fondato sul cemento, se non ci sei c’è il temporale. La luce soffusa diretta o controluce a sottolineare le sagome sottolinea un aspetto romantico/nostalgico che si evince anche dal testo.
Anche in Maledetta l’immagine è spesso sporcata dalla cosiddetta “luce in camera”, che scalda musicisti e location; anche qui la scenografia è decisamente vintage, e le inquadrature tutte primissimi piano (spesso si concentrano sullo sguardo) e dettagli di musicisti e oggetti.
La messa in scena rimanda però più a un live privato e giocoso, un live da appartamento, anche se non mancano suggestioni narrative.
Sul finire la musica rallenta e anche il ritmo delle inquadrature e il tempo interno alle stesse subisce rallentamento, come per puntualizzare far vedere davvero le azioni.
Ovviamente diverso per genere e stile il video di Mukawama, (in arabo resistenza), in cui le inquadrature si alternano rapidamente al ritmo delle battute del Rap. All’interno delle stesse ci sono reiterazioni della stessa immagine, oppure dello stesso soggetto da più punti di vista e da vari piani (figura intera, mezzo busto, primo piano dettaglio in climax ascendente seguendo il ritmo incalzante del testo di protesta). Qui lo spazio cambia, segue il testo, non è più qualcosa di intimo come per Il nido, o di condiviso con gli altri componenti come in quella sorta di backstage che è Maledetta: qui lo spazio è pubblico, spazio di lavoro (i tre componenti del gruppo vengono ripresi nei rispettivi luoghi di lavoro) o di ritrovo della collettività giovane (la discoteca) in cui tutti in gruppo seguendo il rapper urlano guardando in camera.
La resistenza quotidiana è il tema della canzone, e anche grazie alla collaborazione del rapper tunisino G.O. Man Xtrazik il video esce dai confini nazionali e Genova si confonde con Marsiglia, Tunisi e persino Brooklyn. Sarà infatti l’etichetta indipendente newyorkese Nomadic Wax a produrre nuovo disco degli Zero Plastica.
Il nido, primo singolo estratto da Nuove esperienze sul vuoto, secondo capitolo solista di Lele Battista, girato da Lorenzo Vignolo, autore di numerosi videoclip.
Mukawama (Resistenza), primo video del disco Basta (in uscita nel 2011) degli Zero Plastica, gruppo hip-hop genovese, realizzato da Ancioe Produzioni, ovvero Teresa Rocco e Valeria Cavagnetto.
Maledetta, primo singolo tratto dall’album I Love You Fortissimo dei genovesi Numero6, diretto da Stefano Bozzetta, già regista di diversi videoclip dei Meganoidi.
Luci calde, dettagli e primi piani sia per Il nido che per Maledetta.
Nel video girato da Lorenzo Vignolo sono protagonisti soprattutto gli oggetti, scelti con cura dall’artista genovese Serena Zanardi, qui in veste di scenografa, che rendono “nido” un angolo metropolitano e poco accogliente di Genova: il marciapiede sottostante la sopraelevata, ricostruendo la descrizione fatta nel testo della canzone: il nido tra ponte tra ponte e ascensore a doppio isolamento fondato sul cemento, se non ci sei c’è il temporale. La luce soffusa diretta o controluce a sottolineare le sagome sottolinea un aspetto romantico/nostalgico che si evince anche dal testo.
Anche in Maledetta l’immagine è spesso sporcata dalla cosiddetta “luce in camera”, che scalda musicisti e location; anche qui la scenografia è decisamente vintage, e le inquadrature tutte primissimi piano (spesso si concentrano sullo sguardo) e dettagli di musicisti e oggetti.
La messa in scena rimanda però più a un live privato e giocoso, un live da appartamento, anche se non mancano suggestioni narrative.
Sul finire la musica rallenta e anche il ritmo delle inquadrature e il tempo interno alle stesse subisce rallentamento, come per puntualizzare far vedere davvero le azioni.
Ovviamente diverso per genere e stile il video di Mukawama, (in arabo resistenza), in cui le inquadrature si alternano rapidamente al ritmo delle battute del Rap. All’interno delle stesse ci sono reiterazioni della stessa immagine, oppure dello stesso soggetto da più punti di vista e da vari piani (figura intera, mezzo busto, primo piano dettaglio in climax ascendente seguendo il ritmo incalzante del testo di protesta). Qui lo spazio cambia, segue il testo, non è più qualcosa di intimo come per Il nido, o di condiviso con gli altri componenti come in quella sorta di backstage che è Maledetta: qui lo spazio è pubblico, spazio di lavoro (i tre componenti del gruppo vengono ripresi nei rispettivi luoghi di lavoro) o di ritrovo della collettività giovane (la discoteca) in cui tutti in gruppo seguendo il rapper urlano guardando in camera.
La resistenza quotidiana è il tema della canzone, e anche grazie alla collaborazione del rapper tunisino G.O. Man Xtrazik il video esce dai confini nazionali e Genova si confonde con Marsiglia, Tunisi e persino Brooklyn. Sarà infatti l’etichetta indipendente newyorkese Nomadic Wax a produrre nuovo disco degli Zero Plastica.
Articolo originale su LANTERNE MAGICHE: