Dal blog di Anne Riitta Ciccone
VictIMs è l’ultimo lavoro della regista italo-finlandese Anne Riitta Ciccone, che ha all’attivo già quattro lungometraggi.
È un corto in 3D, ma oltre che storia a sé, è anche studio e promo per il lungometraggio “I’m” che la regista realizzerà prossimamente. Anne ha coinvolto la stessa troupe che parteciperà alle riprese del film: Pasquale Mari, direttore della fotografia tra gli altri di Marco Bellocchio e Ferzan Ozpetek, Maurizio Sabatini, scenografo di Benigni e del recente Baària di Tornatore, e David Bush, l’esperto in effetti speciali e 3D che collabora come consulente alla E-motion di Genova (prima società italiana ad offrire riprese e post produzione per cinema digitale 3D). Il cast è composto da Maximilian Ritt, appena uscito dallo Stabile, e da alcune adolescenti del Liceo Cassini provenienti dal laboratorio teatrale di Mauro Pirovano. La giovane protagonista, Ashley Brenda C., viene dalla Finlandia ed interpreta sostanzialmente se stessa, mentre il ruolo della madre è stato affidato a Valentina Cidda, la cantante del gruppo Kiddycar, autore della colonna sonora.
- Il film racconta le vicissitudini di un’adolescente goth, o “lolita gotica” come si definisce lei stessa, come sei entrata in questo mondo?
«Attraverso la rete – racconta Anne Riitta Ciccone – ho conosciuto questa ragazzina che si nascondeva dietro un nickname, conosciuto il suo mondo, in cui ho trovato però moltissimi punti in comune con la mia di adolescenza, lo stesso buio contraddetto da una disperata vitalità in cui mi sono identificata, ricordandomi quanto sia difficile crescere e stare nel “mondo reale” quando si ha quella visione del mondo adulto».
- Sul tuo blog scrivi che il regista indipendente si deve sempre chiedere cosa e come dire qualcosa di nuovo. Nel caso di VictIMs cosa c’è di nuovo?
«Nel caso di VictIMs, che considero una costola di I’m, la cosa che racconto principalmente è quanto ci si possa sentire soli quando si pensa che nessuno veda il mondo come lo vedi tu, anzi, quando questo tuo modo di vedere il mondo ti emargina. Il modo “nuovo” consiste nel raccontare questa adolescente goth, un modo di interpretare il mondo e vivere l’adolescenza estremamente ombroso e complesso, una categoria adolescenziale che contrariamente a quella che non vede l’ora di raccontarsi e mostrarsi narcisisticamente al mondo, pur avendo una grande voglia magari di comunicare, non riesce a farlo se non “nascondendosi”. La mia protagonista, la piccola Jessica, è una contraddizione tra voglia di romanticismo da una parte e cinismo dall’altra, che mi pare un approdo interessante nel percorso a tutti comune del non trovare un proprio posto nel mondo, a quell’età. E soprattutto “nuova” è appunto la forma visiva, voglio portare quasi fisicamente lo spettatore nel modo di vedere il mondo di questa ragazza».
- E quindi il 3D…
«Dopo aver studiato il 3D ho pensato a questa storia – quella di I’m – direttamente in 3D. Con lo stesso sceneggiatore che ha collaborato ad I’m (Lorenzo d’Amico De Carvalho) abbiamo anche lavorato a un altro script sempre in 3D, che però come idea era nata molto prima e ho capito che in questa forma espressiva aveva la sua giusta collocazione. Il 3D, per me, è una forma visiva con un’espressività giusta per alcune storie, come nel caso di I’m, in cui desidero un forza dell’immagine che sia totalizzante; voglio che lo spettatore sia totalmente dentro la storia, quasi come esperienza sensoriale».
- Perché hai girato a Genova?
«Genova non la conoscevo, l’ho visitata per via dell’invito che ho ricevuto da parte di David Bush a studiare e conoscere le macchine della E-motion. Dall’incontro con E-motion e successivamente con Andrea Rocco della Film Commission Genova – Liguria è nata l’idea di questo cortometraggio, realizzato dalla produzione “La trincea” di Francesco Torelli. Il corto è stato scritto sapendo già che lo avrei girato a Genova».
- A che punto sei con il lungometraggio I’M?
«La sceneggiatura, come ho detto scritta con Lorenzo d’Amico De Carvalho, è pronta. La sto portando avanti con Francesco Torelli e La Trincea Cinematografica, che ha prodotto i miei lungometraggi, e stiamo cercando partner per chiudere il budget. È un progetto ambizioso che richiede “sostenitori forti”. Insomma siamo alla parte più delicata del processo».
Il corto è stato presentato con successo al Festival di Roma, nella sezione L’Altro cinema – Extra, ad inizio novembre e sarà proiettato a Genova il 24 novembre alle 18.15 al cinema Corallo, Via Innocenzo IV, 13.
Il sito di Anne Riitta Ciccone:
http://www.anneriittaciccone.it/
Il blog di Anne Riitta Ciccone:
http://blog.anneriittaciccone.it/
Link all'articolo originale:
http://genovapost.it/lanternemagiche/2010/11/23/victims-il-3d-italiano-parte-da-genova/
VictIMs è l’ultimo lavoro della regista italo-finlandese Anne Riitta Ciccone, che ha all’attivo già quattro lungometraggi.
È un corto in 3D, ma oltre che storia a sé, è anche studio e promo per il lungometraggio “I’m” che la regista realizzerà prossimamente. Anne ha coinvolto la stessa troupe che parteciperà alle riprese del film: Pasquale Mari, direttore della fotografia tra gli altri di Marco Bellocchio e Ferzan Ozpetek, Maurizio Sabatini, scenografo di Benigni e del recente Baària di Tornatore, e David Bush, l’esperto in effetti speciali e 3D che collabora come consulente alla E-motion di Genova (prima società italiana ad offrire riprese e post produzione per cinema digitale 3D). Il cast è composto da Maximilian Ritt, appena uscito dallo Stabile, e da alcune adolescenti del Liceo Cassini provenienti dal laboratorio teatrale di Mauro Pirovano. La giovane protagonista, Ashley Brenda C., viene dalla Finlandia ed interpreta sostanzialmente se stessa, mentre il ruolo della madre è stato affidato a Valentina Cidda, la cantante del gruppo Kiddycar, autore della colonna sonora.
- Il film racconta le vicissitudini di un’adolescente goth, o “lolita gotica” come si definisce lei stessa, come sei entrata in questo mondo?
«Attraverso la rete – racconta Anne Riitta Ciccone – ho conosciuto questa ragazzina che si nascondeva dietro un nickname, conosciuto il suo mondo, in cui ho trovato però moltissimi punti in comune con la mia di adolescenza, lo stesso buio contraddetto da una disperata vitalità in cui mi sono identificata, ricordandomi quanto sia difficile crescere e stare nel “mondo reale” quando si ha quella visione del mondo adulto».
- Sul tuo blog scrivi che il regista indipendente si deve sempre chiedere cosa e come dire qualcosa di nuovo. Nel caso di VictIMs cosa c’è di nuovo?
«Nel caso di VictIMs, che considero una costola di I’m, la cosa che racconto principalmente è quanto ci si possa sentire soli quando si pensa che nessuno veda il mondo come lo vedi tu, anzi, quando questo tuo modo di vedere il mondo ti emargina. Il modo “nuovo” consiste nel raccontare questa adolescente goth, un modo di interpretare il mondo e vivere l’adolescenza estremamente ombroso e complesso, una categoria adolescenziale che contrariamente a quella che non vede l’ora di raccontarsi e mostrarsi narcisisticamente al mondo, pur avendo una grande voglia magari di comunicare, non riesce a farlo se non “nascondendosi”. La mia protagonista, la piccola Jessica, è una contraddizione tra voglia di romanticismo da una parte e cinismo dall’altra, che mi pare un approdo interessante nel percorso a tutti comune del non trovare un proprio posto nel mondo, a quell’età. E soprattutto “nuova” è appunto la forma visiva, voglio portare quasi fisicamente lo spettatore nel modo di vedere il mondo di questa ragazza».
- E quindi il 3D…
«Dopo aver studiato il 3D ho pensato a questa storia – quella di I’m – direttamente in 3D. Con lo stesso sceneggiatore che ha collaborato ad I’m (Lorenzo d’Amico De Carvalho) abbiamo anche lavorato a un altro script sempre in 3D, che però come idea era nata molto prima e ho capito che in questa forma espressiva aveva la sua giusta collocazione. Il 3D, per me, è una forma visiva con un’espressività giusta per alcune storie, come nel caso di I’m, in cui desidero un forza dell’immagine che sia totalizzante; voglio che lo spettatore sia totalmente dentro la storia, quasi come esperienza sensoriale».
- Perché hai girato a Genova?
«Genova non la conoscevo, l’ho visitata per via dell’invito che ho ricevuto da parte di David Bush a studiare e conoscere le macchine della E-motion. Dall’incontro con E-motion e successivamente con Andrea Rocco della Film Commission Genova – Liguria è nata l’idea di questo cortometraggio, realizzato dalla produzione “La trincea” di Francesco Torelli. Il corto è stato scritto sapendo già che lo avrei girato a Genova».
- A che punto sei con il lungometraggio I’M?
«La sceneggiatura, come ho detto scritta con Lorenzo d’Amico De Carvalho, è pronta. La sto portando avanti con Francesco Torelli e La Trincea Cinematografica, che ha prodotto i miei lungometraggi, e stiamo cercando partner per chiudere il budget. È un progetto ambizioso che richiede “sostenitori forti”. Insomma siamo alla parte più delicata del processo».
Il corto è stato presentato con successo al Festival di Roma, nella sezione L’Altro cinema – Extra, ad inizio novembre e sarà proiettato a Genova il 24 novembre alle 18.15 al cinema Corallo, Via Innocenzo IV, 13.
Il sito di Anne Riitta Ciccone:
http://www.anneriittaciccone.it/
Il blog di Anne Riitta Ciccone:
http://blog.anneriittaciccone.it/
Link all'articolo originale:
http://genovapost.it/lanternemagiche/2010/11/23/victims-il-3d-italiano-parte-da-genova/
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